Per la persona a cui è stato diagnosticato un sarcoma, e che dovrà affrontare un percorso di cura lungo e complesso, il sostegno dei familiari, degli amici, dei colleghi di studio o di lavoro è un fattore che riveste un’enorme importanza. La diagnosi di tumore maligno spesso coglie tutti di sorpresa, non solo la singola persona. È tutta la rete di relazioni e affetti che deve elaborare un cambiamento che è innanzitutto di ruolo: il marito, professionista e padre sarà anche un malato con un forte bisogno di ascolto e di assistenza; la studentessa sportiva e brillante dovrà riorganizzare i modi e i tempi dello studio, e si troverà – spesso solo temporaneamente – a dover rinunciare alle proprie frequentazioni e consuetudini, alle competizioni sportive, ai viaggi. La malattia, soprattutto nei primi tempi, detta l’agenda del paziente e decide i suoi tempi e i suoi luoghi.
Sarà dunque fondamentale fin da subito condividere con il proprio medico e con i familiari i dubbi, i sentimenti, i timori, persino i sensi di colpa e le paure, anche quelle più profonde – in primis la paura del dolore, e quella di morire. Ma anche la paura di non farcela a reggere lo stress, di modificare il proprio aspetto fisico, di lasciare per lunghi periodi i propri cari e la casa famigliare e, nel caso di adulti genitori, di non potersi occupare dei figli come è stato fino ad ora. Sarà dunque utile per il paziente poter trovare una serie di consigli di varia natura, da quelli più semplici e pratici legati alla gestione della vita quotidiana, a quelli di carattere legale, nel caso il paziente avverta che la malattia, tra i molti esempi da citare, ha modificato la sua posizione all’interno dell’ambiente di lavoro, oppure che la scuola che il bambino frequenta non facilita l’inserimento del giovante paziente dopo il percorso di cura.
